È un guerrigliero in perenne fuga,
in cerca di un pentagramma per voce sola
su cui depositare indelebili le sue note.
È movimento delle dita tra il battere
ed il levare di un valzer lento,
dove le pause impongono il ritmo al canto.
È voce di contralto che modula in crescendo,
mordendo l’aria rarefatta d’alta quota
e poi si spegne,
allargando ad un pianissimo dall’intensità
di un soffio,
nel quale riecheggia la variazione
del tema dominante,
che si perde lontano
e non ritorna.
Cosa vuoi che sia, il tempo? – Versione audio
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