Aspetto,
dal crepuscolo del giorno
al nocciolo della sera,
il tuo arrivo in sordina
coi sandali di feltro,
come l’ultima volta,
quando solo un attimo di distrazione
m’impedì di guardarti in volto,
cogliendoti di sorpresa
per incantarti
e distogliere il tuo sguardo.
So che verrai di nuovo,
perciò resto qui seduta,
nella penombra della stanza,
col vestito della festa
e le scarpe morbide,
di nappa,
poi sarò io a cingerti le braccia
baciandoti sulla bocca,
prima di trascinarti con me, lontano,
così ti convincerai che t’amo.